Sergio Dalmasso storico del movimento operaio. QUADERNI CIPEC e Altri Scritti
  

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DIRITTO AL SAPERE

DIRITTO AL SAPERE.

 

Rifondazione comunista ha recentemente presentato il proprio progetto di legge sul “diritto al sapere”.

Il progetto si rivolge a studenti, studentesse, insegnanti di tutti gli ordini di scuola, a chi è in stato di detenzione, agli adulti, ai cittadini stranieri ed immigrati, agli allievi delle scuole dell’infanzia gestite dai comuni, a quelli con handicap intellettivo dei corsi provinciali.

Il fine è quello di garantire un effettivo diritto allo studio, soprattutto in una, non contingente, fase sociale in cui i problemi materiali si sono moltiplicati e dare istruzione ai figli rischia di essere proibitivo per tante, troppe famiglie.

Per questo motivo, si propone di determinare la situazione economica delle famiglie di provenienza degli studenti in base ai parametri ISEE nazionali, in modo da evitare pacchiane ingiustizie e per favorire chi proviene da realtà familiari di disagio economico.

Si chiede, quindi che la Regione:

  •  promuova il comodato dei libri di testo
  •  assicuri la copertura, totale o parziale, del costo dei libri per alcune fasce di famiglie
  •  garantisca il trasporto gratuito sull’intera rete viaria regionale, mediante scuolabus o abbonamenti gratuiti per le linee ferroviarie, automobilistiche o tranviarie
  •  contribuisca ai costi delle mense scolastiche

Precipua l’attenzione per gli/le immigrati/e per i/le quali si prevedono percorsi di inserimento nella scuola, interventi di mediazione culturale, adattamento dei piani di studio ad altre esperienze scolastiche.

Così pure si prevede la formazione per tutto l’arco della vita (scuola per adulti/e, lavoratori/trici e no) e un maggiore interesse per le carceri dove la presenza di corsi scolastici, dalle elementari a quelli professionali, dalle medie inferiori a quelle superiori è strumento fondamentale per assicurare la funzione di recupero che l’istituto carcerario dovrebbe avere. Ancora caratterizza la nostra proposta di legge l’attenzione per l’handicap, frutto anche di confronto con le associazioni interessate.

Significativa la proposta di istituzione della Carta dello studente che garantisce gratuità, oltre che per il trasporto, per le iniziative culturali organizzate dalla Regione (mostre, conferenze, convegni, concerti, cinema). Ancora maggiori i servizi offerti per coloro che provengono da famiglie la cui situazione economica (parametro ISEE) sia inferiore a 15.000 euro.

Altrettanto significativa l’attenzione per la scuola nelle aree di montagna.

Nodo non secondario è quello del buono scuola, del tutto assente dalla nostra proposta.

Riconosciamo, sottolineiamo ed apprezziamo la netta crescita dei fondi per libri, trasporti che la nuova giunta ha assicurato già nell’assestamento di bilancio (settembre) ed ulteriormente accresciuto nel bilancio di previsione per il 2006. Lavoreremo all’interno della maggioranza perché si possa fare ancor di più e meglio.

Non possiamo però dimenticare il carattere iniquo e creatore di ineguaglianze dell’attuale normativa. I dati forniti dall’Assessorato sono chiarissimi. I fondi erogati, 17 milioni di euro vanno a 14.739 di allievi delle scuole paritarie (su 26.000 iscritti), contro 2.806 (su 413.000 iscritti) delle scuole statali, con un contributo medio di 1.151 euro per ogni studente delle paritarie, contro 94 euro per ogni studente delle statali.

Ricordiamo che per approvare la legge vigente, nella passata legislatura, sono occorse 42 sedute del consiglio, che la polemica è stata molto accesa, che posizioni nettamente critiche sono venute non solamente dal nostro gruppo, ma dalla gran parte del centro sinistra e che associazioni e comitati di studenti, insegnanti e genitori hanno fatto, per lungo tempo, sentire la propria voce critica.

Senza alcun sentimento anticlericale, ma esprimendo una posizione limpidamente laica, riproponiamo una scuola di tutti e tutte, senza alcuna barriera ideologica e religiosa, in cui si confrontino paritariamente diverse letture e visioni della realtà e del mondo e in cui le differenze non siano causa di divisione, ma vengano valorizzato. Lo stesso fatto che l’Italia sia sempre più multietnica e multireligiosa impone questa scelta.

Pensiamo che questa posizione vada incontro anche ai sentimenti di tanti/e credenti che rifiutano ogni privilegio e intendono vivere laicamente la propria scelta di fede.

Sergio Dalmasso.